
Le difficoltà dei giovani con cittadinanza non italiana non si manifestano solo nell’inserimento sociale, ma anche tra i banchi di scuola. I dati riportati da Skuola.net mostrano, infatti, come il loro percorso verso il conseguimento dei titoli scolastici di base sia spesso più complesso rispetto a quello dei coetanei italiani.
Nelle scuole superiori il tasso di bocciati degli alunni di origine non italiana è nettamente più alto rispetto a quello dei nostri connazionali. Al termine della prima classe viene fermato in media il 23% di loro. Ma anno dopo anno qualcosa cambia.
Come segnala il portale Skuola.net, gli esiti degli scrutini del Ministero dell'Istruzione e del Merito, relativi all’anno scolastico 2022-23, evidenziano una disparità evidente tra gli studenti italiani e quelli stranieri.
Alle superiori nel complesso, solo l'82,9% degli alunni con cittadinanza non italiana riesce ad essere ammesso alla classe successiva, contro il 93,6% degli italiani.
Uno dei principali problemi riguarda la discontinuità delle lezioni, in particolare nell’insegnamento della lingua italiana - che dovrebbe essere la chiave d’accesso per una corretta integrazione sociale - a cui si somma spesso l’assenza di un supporto didattico costante e strutturato.
Al termine del primo anno delle scuole superiori, il tasso di promozione per gli studenti stranieri scende al 76,8%, mentre quello degli studenti italiani raggiunge il 91,6%. Un gap di quasi 15 punti percentuali che riflette tutte le difficoltà di ambientamento e apprendimento che molti studenti non italiani affrontano all’ingresso nel nuovo ciclo di studi.
Per fortuna, superato questo scoglio iniziale, i dati raccolti da Skuola.net mostrano però un miglioramento costante nel corso degli anni successivi. Già al secondo anno, il divario si riduce sensibilmente: il tasso di ammissione per gli studenti italiani sale al 93,8%, mentre per quelli con cittadinanza non italiana raggiunge l’83,7%. Al terzo anno, la forbice continua ad assottigliarsi: qui, il tasso di promozione per gli studenti stranieri sale all’85,2%, mentre per gli italiani si mantiene stabile al 93,7%.
Pur partendo da una posizione svantaggiata, quindi, molti riescono a recuperare terreno e a inserirsi in maniera più stabile nel percorso scolastico. E, alla fine del quarto anno, il tasso di ammissione degli studenti con cittadinanza non italiana sfiora il 90,2%, contro il 95,5% dei coetanei italiani.
I progressi, quindi, parlano di un’integrazione possibile, restando però difficilmente raggiungibile per chi non ha . strumenti adatti e costante supporto nella didattica.
Dando uno sguardo a diverse regioni, in Valle d’Aosta, solo il 69,5% degli studenti stranieri passa l’anno: è il dato più basso d’Italia. Sempre al di sotto della media nazionale, seguono la Toscana (78,2%), la Liguria (78,7%), il Trentino Alto Adige (80,3%), l’Emilia-Romagna (80,5%), la Sicilia (82,1%), la Lombardia (82,3%) e la Sardegna (82,9%).